_ ITALIA
Evento nell'evento, arte nell'arte, tempo nel tempo, in un gioco perpetuo dove l'intelletto creativo dell'uomo sembra soggiogare qualsiasi prospettiva voluta o non voluta di una mostra d'arte contemporanea contenuta a sua volta nell'architettura per eccellenza. Sembra quasi un'enigma voluto da Oliviero Toscani in collaborazione dello staff di Fabrica e della sua squadra di fotografi. Perché l'arte non si ferma mai anche dopo il suo compimento fisico o intellettuale che sia, va oltre ogni qualsiasi concezione spaziale e temporale. E' proprio Toscani che ci ha indicato la strada, perché a suo dire un oggetto non è altro che un'interpretazione mentale diversa a seconda di chi lo guarda. E l'oggetto dell'arte non sembra sottrarsi a questo imperativo. Un gioco di scatole cinesi, villa Barbaro con la sua indeteriorabile bellezza palladiana, le ventuno installazioni degli artisti internazionali invitati a interpretarne gli spazi, e i dodici fotografi chiamati a interpretarne reciprocamente l'interpretazione dei precedenti. Ma che colpo di genio verrebbe a dire, se si parlasse di sesso sarebbe un orgia. Se si parlasse di tempo sarebbe l'infinito e se si parlasse di spazio potrebbe essere una sola pietra. Stefano Mitrione
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