Graziella Modanese. Profondo rosso. Unforgettable homes.
Ci sono case per abitare e case per sognare. E poi c'è una casa che non potrai più dimenticare. Se ne esci vivo. Ma questa è narrativa, nello specifico invece mi trovo in una delle dimore più affascinanti del centro storico di Conegliano. È la casa di un'artista Argentina con un nome ingombrante, Graziella Modanese. Perché per chi non l'avesse mai conosciuta è un'artista da salotto, quelli che contano, quelli che in un'epoca di poco precedente sarebbero stati quelli del Cima da Conegliano. Lo potremo definire l'art-district di Palazzo da Collo con gli altri due validi artisti Renato Pasqualotti e Oscar Zanette, poco più in là troviamo invece Palazzo Sbarra del maestro Franco Corrocher e Palazzo Sarcinelli, regno delle nostre di Linea D'ombra con uno storico espositivo del calibro di Burri, Coubert, Manet, Morandi e Tassi. Emanuella (da Ponte Fabris detta Ella), instancabile giramondo alla ricerca di emozioni inconsuete, madrina di numerosi artisti con un salotto in centro a Roma, è la interior designer di questi spazi. Stanza dopo stanza si viene coinvolti in mix di emozioni e stili diversi ma abilmente mixati da un leitmotiv rosso lacca e ceruleo. Ambienti soffisticati talvolta bohémien con alcune reminiscenze trash che fanno tanto sesso. Ma anche horror, nel senso più estetico del significato. Questa casa mi intriga, non ci vorrei più uscire. Sarebbe piaciuta a Dario Argento ma anche a una stilista come Vivienne Westwood. Certo non è una dimora per tutti, è per gente di un certo intelletto che non ama le faccende borghesi non perché volano su altri concept esistenziali ma semplicemente perché le loro vite sono a loro volta performance astratte al mondo che tutti conosciamo. Qui perfino l'Eros assume sembianze misteriose, ibride e labirintiche.